Le primat de Pologne cardinal Hlond au cardinal Maglione.

Rome, 26 février 1940.
(A.E.S. 1755/40, orig.)

Dans les territoires polonais incorporés au Reich, le gouoernement a commandé l'expropriation des terres qui le 1 septembre 1939 n'appartenaient pas aux allemands. Ce sera la mine complète de la population polonaise en majorité rurale. Le décret comprend aussi les biens ecclésiastiques.

Con recentissimo decreto, citato dalla stampa tedesca e tra gli altri dall'allegata «Neue Zürcher Zeitung» del 21 corrente1, il maresciallo Góring, in qualità di dittatore economico della Germania, ordinò che nei territori polacchi, incorporati ultimamente al Reich, tutte le terre, i boschi e le aziende rurali, che addì i settembre 1939 non erano proprietà di Tedeschi (Volksdeutsch), vengano prese in gestione dallo Stato, al quale scopo il Ministro dell'Alimentazione ed Agricoltura nominerà un «amministratore generale». I proprietari non tedeschi perdono così il diritto di coltivare ed amministrare i loro beni rurali, come pure il diritto di disporre della loro proprietà e di percepirne gli introiti. È prevista anzi una severa punizione, qualora cercassero di sottrarsi alle disposizioni del decreto.

Nella serie degli atti di annientamento del popolo polacco da parte del governo hitleriano questo decreto è di particolare gravita, equivalendo praticamente all'effettiva espropriazione senza compenso e senza possibilità di ricorso di tutti i Polacchi in quella zona, che rappresenta una superficie di oltre 80 mila chilometri quadrati ed è la culla della nazione. La proprietà rurale vi costituisce la principale sostanza patrimoniale dei Polacchi ed è ab antiquo in almeno 94% l'eredità legittima di famiglie polacche, le quali vi costituiscono una popolazione serrata di circa sette milioni d'anime. Contro ogni senso di giustizia e colla più sfacciata violazione dei principi della proprietà privata questo popolo viene ora ridotto a dei milioni di proletari e di schiavi. Dopo le tristi gesta della socializzazione bolscevica in Russia, questa è la più estesa e la più barbara espropriazione dell'età moderna, espropriazione concepita senza alcun sentimento umano e decretata in ossequio al fatale principio dello spazio vitale, che non è altro che il pretesto per la totale germanizzazione e l'asservimento di territori altrui.

Siccome l'esecuzione di questo decreto viene per di più affidata al cruento capo della polizia Himmler, troppo noto anche per le atroci espulsioni dei Polacchi dalle loro terre native, c'è da temere che nell'eseguire questo nuovo ignobile incarico i carnefici hitleriani moltipllcheranno le spaventevoli ecatombi di vite polacche.

Dal tenore del decreto, come viene riportato dai giornali, risulterebbe, poi, che esso comprende anche le terre ecclesiastiche. Queste ammontano in quel territorio ad un quantitativo di almeno 45 mila ettari, coi relativi edifici ed inventari, formando o la dotazione di chiese, di benefici curati e semplici, o il patrimonio di istituti religiosi, di fondazioni pie e di altri enti di diritto canonico.

Anche a nome degli altri vescovi interessati, che sono impediti di alzare la voce, mi permetto di deporre nelle mani dell'Eminenza Vostra la devotissima domanda, che la Santa Sede dinanzi a queste iniquità degnisi di difendere i naturali diritti della perseguitata popolazione polacca e specialmente i sacri diritti della Chiesa, che colà corre il pericolo di venir derubata di tutto il suo patrimonio.

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1 La «Neue Züricher Zeitung» du 21 février nr. 257 p. 2, donnait la nouvelle sous le titre: «Der Grundbesitz im annektierten Polen. Oefientliche Bewirtschaftung als Vorstufe der Enteignung des polnischen Bodens».


Druk: Actes et documentes du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale.
Vol. 3*. Le Saint Siège et la situation religieuse en Pologne
et dans les Pays Baltes 1939-1945,
Città del Vaticano 1967, s. 223-224.

odsłon: 4927 aktualizowano: 2012-03-09 18:05 Do góry