Czcigodny Sługa Boży kard. August Hlond
(1881-1948)kardynał; w latach 1926-1948;
Prymas Polski
Założyciel Towarzystwa Chrystusowego; salezjanin
1939-1945
Le primat de Pologne cardinal Hlond au cardinal Maglione.
Lourdes, 31 aoùt 1942.
(A.E.S. 7547/42, orig.)
Hlond suggère un candidai à la succession de Mons. Gall, gravement malade.
Sento che è gravemente ammalato S. E. Mons. Stanislao Gall, il quale dalla morte del cardinale Kakowski di s. m. è preposto al governo dell'archidiocesi di Varsavia. Potendosi prevedere che questo Prelato, stante gli anni avanzati e la malattia, che si dice incurabile, sia per scomparire presto, mi permetta, Eminenza, di sottomettere devotamente alla Sua benigna attenzione alcuni pensieri sulla sua successione. E voglia perdonarmi, se lo faccio non richiesto del mio parere. Le mie umili suggestioni non hanno del resto intenzione alcuna d'insistere, ma vogliono semplicemente concorrere ad illuminare la Santa Sede in un momento, in cui anche un'informazione fortuita e privata riguardante le tragiche condizioni della Polonia può essere di qualche utilità.
Sotto l'aspetto del governo ecclesiastico Varsavia è piuttosto difficile. Ne sono causa le speciali condizioni del luogo, le quali in parte rimontano ai tempi disastrosi vissuti sotto la Russia. Queste difficoltà sono poi di molto accresciute per il fatto dell'attuale occupazione hitleriana. Benché ora si tratti di misura provvisoria e cioè di affidare a qualcuno il governo ecclesiastico dell'archidiocesi di Varsavia solamente ad interim, bisogna tenere presente, che chiunque sia chiamato ad assumere questo governo temporaneo avrà bisogno di molta autorità ed è indispensabile che sia insignito della dignità episcopale. Ora a Varsavia stessa, sembrami, non hawi in questo momento un candidato, che alla dignità episcopale associ le doti richieste per un felice governo in quelle difficilissime condizioni.
Difatti S. E. Mons. Szlagowski purtroppo è a causa delle sue infermità senili piuttosto una rovina fisica e mentale. S. E. Mons. Adamski poi, eliminato dai Tedeschi dal governo della diocesi di Katowice e domiciliato a Varsavia, disgraziatamente non ha l'ascendente necessario, anzi è come boicottato a Varsavia a causa degli errori commessi in Slesia. Non gli si perdona p. es. che abbia dato ai suoi diocesani polacchi la consegna di dichiararsi «volksdeutsch» e che vi abbia soppresso tutte le funzioni religiose, le prediche e persino la confessione in lingua polacca. La sua nomina ad amministratore apostolico di Varsavia solleverebbe una tempesta di critiche contro la Santa Sede, mentre non è proprio il caso di portare legna al fuoco.
Può darsi che si trovi ancora a Varsavia S. E. Mons. Niemira, a cui, come a suo tempo si seppe, i Tedeschi negavano il permesso di tornare a Pirisk. È bensì vero che questo Vescovo è del clero varsaviense, ma è altresì esatto che, malgrado doti innegabili, non gode guari nella capitale ne simpatia ne autorità, il che vi potrebbe compromettere fatalmente la sua riuscita. Invece sarebbe bene se egli potesse rientrare a Pinsk od almeno nel territorio di quella diocesi, ove malgrado le migrazioni forzate, eseguite prima dai bolscevichi e poi dai nazisti, vi sono ancora forti contingenti di cattolici di rito latino.
Si potrebbe invece a mio parere pensare tra altri anche a S. E. Mons. Ceslao Sokotowski, amministratore apostolico di Siedice, il quale, stante quel poco che durante l'occupazione nazista si può fare, sarebbe in grado di reggere per qualche tempo l'archidiocesi di Varsavia assieme colla diocesi della Podiacchia. Le due Sedi non distano cento kilometri. S. E. Mons. Sokotowski è del clero di Varsavia e conosce bene sia gli uomini, sia i bisogni della capitale. All'età di anni 65 è in buone condizioni fisiche ed intellettuali. È capace, pratico, fermo. È ben vero che nel 1935 gli fu negato il nihil obstat concordatario del Presidente della Repubblica per la sede di Sandomierz, ma mi consta che questa negativa non riguardava tanto la sua persona, quanto piuttosto «la scuola di Monsignor Przezdziecki» di s. m., del quale S. E. Mons. Sokotowski era ausiliare. Nell'opinione pubblica tale rifiuto non apportò alcun danno al suo onore episcopale. Siccome le autorità occupanti tollerano S. E. Mons. Sokotowski come amministratore Apostolico a Siedice, c'è da sperare che non gli facciano speciali difficoltà ad esercitare le medesime funzioni a Varsavia.
Questa umile suggestione contemplerebbe un provvedimento provvisorio. Ad arcivescovo regolare e definitivo della capitale bisognerà promuovere poi, a bocce ferme, una forza piuttosto giovane, di elevate doti e di piena efficienza.
Druk: Actes et documentes du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale.
Vol. 3. Le Saint Siège et la situation religieuse en Pologne
et dans les Pays Baltes 1939-1945,
Città del Vaticano 1967, s. 629-631.