Ośrodek Postulatorski Chrystusowców
Czcigodny Sługa Boży kard. August Hlond

Czcigodny Sługa Boży kard. August Hlond

(1881-1948)
kardynał; w latach 1926-1948;
Prymas Polski
Założyciel Towarzystwa Chrystusowego; salezjanin

1939-1945

Le primat de Pologne cardinal Hlond au cardinal Maglione.

Lourdes, 19 mars 1941.
(A.E.S. 2848/41, orig.)

Le cardinal Hlond est preoccupò du sort des prètres polonais déportés dans les camps de concentration et de la dature des séminaires; il imploro falde du. Saint Siège.

Prego l'Eminenza Vostra di voler gradire i miei cordiali ringraziamenti per la benevolenza e particolarmente sollecita cura, con cui Vostra Eminenza si degnava di far spedire la somma di mille dollari, indirizzata a S. E. Mons. Sapieha e destinata a soccorrere i sacerdoti polacchi, che nel Governatorato generale fanno una vita di privazioni e stenti. Se riesco a disporre di qualche altro fondo, volentieri lo manderò per contribuire a salvare quelle centinaia di poveri preti, tra i quali, in seguito alle misere condizioni di alloggio, nutrizione e vestito, si fanno strada le malattie, specialmente la tubercolosi, il tifo e gravi disturbi nervosi.

Rimane poi per i vescovi polacchi, specialmente per quei delle regioni incorporate al Reich, la grande questione della legione di sacerdoti, condannati a perire miseramente nei tedeschi campi di concentramento. Solamente del mio clero più di 200 sacerdoti si trovano là nelle mani dei carnefici della Gestapo e pressoché ogni settimana ricevo nuovi nomi di quei, che vi soccombettero alle vessazioni. Si tratta in generale di preti giovani dai 30 ai 50 anni, preti sani, forti ed attivi, i quali in quell'inferno periscono nel corso di pochi mesi. Presto morirà così il fiore del mio clero, dopo che già un altro centinaio di miei preti fu in una o in un'altra maniera assassinato dai profeti del nuovo ordine. Altrettanto avviene col clero della diocesi di Culma e slmilmente, benché forse con meno ferocia, vengono trattati i sacerdoti delle diocesi di Wloclawek, Plock, Lódz e Katowice.

I vescovi sono inermi dinanzi a queste iniquità, ma ne hanno il cuore pieno. Benché io sia convinto, che da questo martirio sacerdotale la Provvidenza farà sbocciare una rifioritura di fede in quelle regioni devastate ora dall'accanito paganesimo hitleriano, pure mi domando, se non vi sia qualche modo di salvare tante preziose vite sacerdotali o almeno fare loro avere parole di conforto. Uno dei miei preti, che per un miracolo si salvò dal campo di Dachau, ove visse mesi di agonia, dice, che una delle pene più dure che i sacerdoti vi sopportano, è il sentimento di essere da tutti dimenticati ed abbandonati nelle mani dei manigoldi, sentimento subdolamente inculcato e coltivato dalla Gestapo.

Ripensando tutto ciò, mi si affaccia con insistenza la questione, se sia proprio vero, che non si possa fare nulla per salvare quelle centinaia di sacerdoti o almeno per arrecare loro qualche aiuto e conforto, cose impossibili ad attuarsi dalla Polonia. E mi soffermo con ansia sul dubbio, se sia proprio volontà di Dio, che si continui a coprire del velo di profondo silenzio queste nefandi tà che pure sono pubblica documentazione e parte integrale del programma anticristiano di coloro, che vogliono divenire e rimanere i padroni del continente. Temo, che questa mancanza di chiarezza crei nelle menti e nelle coscienze una falsa linea, che un giorno può nelle conseguenze portare in certi paesi a dolorose prevaricazioni tra i dotti e tra gli ignoranti.

E scrivendo queste righe sul clero, permetta. Eminenza, che io menzioni anche le preoccupazioni dei vescovi polacchi in seguito al fatto che nelle regioni annesse al Reich tutti i seminari sono chiusi e confiscati, mentre nel Governatorato generale da una parte sono abolite le facoltà teologiche e dall'altra è ormai vietato di insegnare nei seminari teologici altro che la liturgia. Si vuole ridurre così i preti all'ignoranza e metterli al livello dei sacristani. Siccome poi non vi è in tutta la Polonia neppur un ginnasio ne un liceo per i Polacchi ne è lecito aprirne uno neppure sotto il titolo di seminario piccolo, il clero è destinato addirittura a scomparire. Dove andiamo a finire. E intanto al mondo e persino ai cattolici si fa credere, che in Polonia la Chiesa gode tempi beati e che il governo hitleriano vi spende danari per fabbricare delle chiese cattoliche.

Scusi tanto, Eminenza, se mi sono permesso di accennare a questi fatti ed a queste mie idee. So, che queste sono anche le pene dei vescovi, che si vedono distrutta non solo l'opera degli ultimi venti anni di generosi sforzi per dare nuova vita alla fede della nazione, ma anche il patrimonio religioso dei secoli e persino le basi di un avvenire cattolico. Tutti preghiamo San Giuseppe, che ispiri al Santo Padre la maniera di proteggere efficacemente la Chiesa in Polonia contro i colpi che stanno annientandola, e di liberare le angosciate coscienze dall'incubo, evocato dalla perfida e sempre più menzognera propaganda hitleriana, come se la Santa Sede si fosse ormai rassegnata a quanto la violenza e barbarie sta compiendo in Polonia anche contro Dio e la Chiesa. In mezzo a tante calamità quanto conforto ne verrebbe per la fede della nazione e per il suo attaccamento alla Sede di S. Pietro.

Mentre prego l'Eminenza Vostra di gradire i miei cordiali auguri di buona Pasqua, Le bacio umilmente le mani e mi professo con profondissima venerazione.


Druk: Actes et documentes du Saint Siège relatifs à la seconde guerre mondiale.
Vol. 3*. Le Saint Siège et la situation religieuse en Pologne
et dans les Pays Baltes 1939-1945,
Città del Vaticano 1967, s. 386-388.

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